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Battuta d’arresto per il lusso globale

by Eurolinkgeie

L’instabilità influisce sulla fiducia dei consumatori dell’alto di gamma: soffrono USA e Cina, più stabili UE e Giappone. Medio Oriente, America Latina e Sud-Est Asiatico si confermano positivi.

Per la prima volta in 15 anni l’industria del lusso globale  rallenta, compressa da instabilità economiche, tensioni geopolitiche e trasformazioni culturali profonde.

Secondo l’aggiornamento del Monitor Altagamma-Bain sui mercati mondiali dei beni personali di lusso, nel primo trimestre 2025  il mercato registra una flessione tra -1% e -3% e si prevede un ulteriore calo con una chiusura d’anno tra il -5% e il -2%. Nel valutare questa contrazione, è utile segnalare che:

  • dal 2019 al 2024 il comparto ha raggiunto una crescita complessiva di circa il 28% (oggi significativamente al di sopra dei livelli pre-pandemia)
  • mentre alcuni mercati maturi decrescono, Medio Oriente, America Latina e Sud-Est Asiatico mostrano un notevole dinamismo
  • nei prossimi 5 anni, 300 milioni di potenziali nuovi consumatori contribuiranno a sostenere il comparto nel lungo termine.

Nel 2024 il mercato dei beni di lusso personali si è chiuso a € 364 miliardi (-1% rispetto al 2023). Alcune categorie di prodotto resistono: jet privati, yacht, automobili di fascia alta, abbigliamento e gioielleria; rallentano invece vini e liquori, orologeria e pelletteria.

Per quanto riguarda i mercati geografici:

  • USA e Cina continentale presentano le maggiori difficoltà, a causa delle turbolenze economiche. Negli Stati Uniti, la volatilità indotta dai dazi influenza la propensione alla spesa, ma l’interesse per il lusso accessibile alimenta le speranze di ripresa a medio-lungo termine, mentre i consumatori alto-spendenti sono rimasti stabili nei consumi.
  • Europa e Giappone presentano una maggiore stabilità, ma al contempo mostrano segnali di rallentamento, principalmente legati al calo del turismo e ai consumi collegati.  
  • Medio Oriente, America Latina e Sud-Est Asiatico confermano l’andamento positivo degli ultimi mesi.

Nonostante i picchi di fatturato registrati tra il 2018 e il 2021, la crescita dei margini non è stata proporzionale e anzi, dal 2021 in poi, si è fermata o addirittura diminuita, anche tra i brand con performance migliori.

La Generazione Z ricerca la creatività come elemento fondante dei suoi acquisti, in equilibrio tra la ricerca di espressività individuale e il conformismo. I Millennial appaiono cauti, ma pronti ad abbracciare le proposte più innovative. I Boomer privilegiano la spesa in esperienze come l’ospitalità, le crociere, la ristorazione e la gastronomia rispetto a quella in beni tangibili.

In calo l’engagement del lusso

In generale, l’engagement del lusso è in calo: meno interesse, minore crescita dei follower sui social, minor numero di interazioni, principalmente a causa dei prezzi e della mancanza di innovazione creativa.

Dal 2022, per oltre il 40% dei brand le ricerche online sono calate. Il numero di follower sui social è calata del 90%.

L’obiettivo è ritrovare i fondamentali del comparto, puntando su qualità, creatività, autenticità e capacità di coinvolgimento empatico ed emotivo. Le prospettive a lungo termine dell’industria restano positive, con un aumento della ricchezza globale e una crescita prevista del 20% di HNWI (High Net Worth Individuals).

Secondo le autrici dello studio Claudia D’Arpizio e Federica Levato “In un’epoca in cui l’engagement crolla del 40% e la redditività vacilla, solo chi saprà abbandonare l’effimero per abbracciare autenticità, qualità e visione potrà distinguersi.

Occorre costruire legami reali, parlare il linguaggio dei valori, offrire esperienze che vadano oltre il prodotto e nutrire relazioni profonde con il consumatore. Perché il futuro del lusso non sarà nei volumi, ma nel significato. Non è più tempo di rincorrere il rumore, ma di generare senso”.

Alto di gamma europeo

L’alleanza europea delle associazioni nazionali del lusso (ECCIA) ha presentato al Parlamento Europeo lo studio sull’impatto dell’industria europea del lusso.

L’alto di gamma europeo, che detiene il 70% del mercato globale, si trova ad affrontare sfide importanti in un mondo sempre più incerto: l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, l’aumento dei dazi e le politiche commerciali protezionistiche (in particolare tra Stati Uniti e Cina, che rappresentano il 35-45% dei ricavi globali del settore).

In cifre

  • € 986 miliardi: giro d’affari generato dai brand europei di alta gamma
  • 11,5%: quota dell’alto di gamma sul totale delle esportazioni europee
  • 5% del PIL Europeo
  • € 410 miliardi: contributo delle imprese europee dell’alto di gamma al Valore Aggiunto Lordo dell’UE
  • 2 milioni: occupati diretti e indiretti del comparto
  • 25%: quota generata dal settore di alta gamma sul valore totale del turismo europeo.

Il 40% dei turisti di alta gamma sceglie l’Europa anche perché interessato ad acquistare le creazioni manifatturiere.

ECCIA ha formulato 5 raccomandazioni politiche per l’Unione europea:

  1. Rafforzare la proprietà intellettuale e combattere la contraffazione adottando misure vincolanti e imponendo la tracciabilità lungo l’intera catena del valore per tutti gli intermediari, non solo per i marketplace
  2. Tutelare la fiducia e l’esperienza del consumatore consentendo ai brand di far valere i propri sistemi di distribuzione selettiva e di scegliere i rivenditori autorizzati in base a criteri qualitativi, al fine di preservare l’artigianalità e l’eccellenza del servizio
  3. Promuovere la sostenibilità nei beni e servizi garantendo un minimo di 36 mesi per adeguarsi ai nuovi obblighi, in linea con i cicli produttivi del settore (dal design alla vendita)
  4. Sostenere l’artigianato e lo sviluppo delle competenze formando una forza lavoro qualificata nell’artigianato, nell’ingegneria e nella produzione tecnica per le industrie di alta gamma
  5. Rafforzare il commercio e il turismo tramite la diversificazione dei mercati, l’impegno con le economie emergenti e la promozione di accordi di libero scambio (FTA) che garantiscano reciprocità di accesso ai mercati, riduzione delle barriere commerciali, contrasto alla contraffazione e al commercio parallelo.

Fonti: FonteFondazione Altagamma; European Cultural and Creative Industries Alliance (ECCIA)

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