In un mondo attraversato da tensioni geopolitiche e da una continua ridefinizione delle rotte economiche, l’Asia emerge come il nuovo epicentro della crescita globale. La regione ospita la maggior parte dei corridoi commerciali in più rapida espansione e si prepara a generare oltre il sessanta per cento della crescita mondiale entro il 2030.
Questa trasformazione non è soltanto numerica, ma rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma. Mentre le economie occidentali ristrutturano le proprie catene di approvvigionamento, l’Asia avanza con determinazione, trasformando le sfide globali in opportunità di leadership. Le alleanze economiche si moltiplicano: India, Giappone, Singapore e Regno Unito rafforzano le loro collaborazioni nei settori della manifattura avanzata, dei semiconduttori e dei servizi tecnologici, aprendo la strada a un’integrazione economica sempre più dinamica.
Parallelamente, la Cina continua a svolgere un ruolo centrale nel commercio internazionale, mentre paesi come il Vietnam e l’Indonesia diventano nuovi poli di crescita grazie alla rapidità con cui stanno espandendo le esportazioni e attirando investimenti diretti esteri. In questi due Paesi, la manifattura si sta evolvendo rapidamente: il Vietnam sta registrando una forte crescita nell’elettronica, mentre l’Indonesia si consolida nei metalli e nella chimica.
Tra il 2017 e il 2023, le importazioni vietnamite dalla Cina sono raddoppiate, con un incremento di 50 miliardi di dollari, mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate di oltre 60 miliardi. Oggi il Vietnam esporta in Cina principalmente elettronica, calzature e prodotti agricoli, importando invece macchinari pesanti, materiali da costruzione e prodotti chimici. Le esportazioni vietnamite verso la Cina sono passate da 20,8 miliardi di dollari nel 2008 a quasi 172 miliardi nel 2023, con un volume stimato di 112 miliardi già a metà del 2024.
In Indonesia, il commercio totale con la Cina è cresciuto da 77 miliardi di dollari nel 2018 a 139 miliardi nel 2023. Più del sessanta per cento delle esportazioni indonesiane verso Pechino riguarda nichel, carbone e gas di petrolio liquefatto, mentre le importazioni comprendono elettronica e macchinari industriali. Tendenze simili, seppur meno marcate, si riscontrano anche in Malesia, nelle Filippine e in Thailandia, segno che il baricentro della produzione asiatica si sta progressivamente spostando verso il Sud-Est del continente.
La rivoluzione tecnologica accompagna e amplifica questi cambiamenti. L’Asia è oggi protagonista nella circolazione di tecnologie e competenze digitali, sia all’interno della regione che verso il resto del mondo. Negli ultimi dieci anni ha generato il 52 per cento della crescita globale dei ricavi delle aziende tecnologiche, il 51 per cento della spesa mondiale in ricerca e sviluppo e l’87 per cento dei brevetti depositati. È già il principale esportatore e produttore di chip per dispositivi elettronici, con 33 dei 40 maggiori corridoi tecnologici globali che coinvolgono Paesi asiatici. La Corea del Sud, da sola, fornisce il 40 per cento dei chip di memoria utilizzati nel mondo.
Un ruolo sempre più importante è ricoperto anche dai servizi. Il commercio dei servizi cresce più rapidamente di quello dei beni e rappresenta oggi una componente essenziale del PIL globale. L’India, con i suoi centri di competenza tecnologica, si afferma come hub strategico per la digitalizzazione delle imprese di tutto il mondo.
Ma la vera rivoluzione in corso riguarda i green corridors, le nuove rotte della sostenibilità. L’Asia rappresenterà quasi la metà della domanda energetica mondiale entro il 2040 e concentra ingenti investimenti nella decarbonizzazione, nelle energie rinnovabili e nella mobilità elettrica. La produzione di veicoli elettrici sta conoscendo una crescita senza precedenti: in Thailandia, la cinese BYD ha avviato la produzione locale, mentre in Malesia Geely rilancia il marchio Proton. Questi progetti testimoniano come la transizione verde stia creando nuove catene del valore e opportunità di cooperazione regionale. L’intera area ASEAN sta spingendo verso un modello di sviluppo più sostenibile, sostenuto da politiche ambientali condivise e dal trasferimento tecnologico da parte di partner come il Giappone.
Nonostante il potenziale straordinario, restano alcune sfide da affrontare. L’invecchiamento della popolazione in paesi come Giappone, Cina e Corea del Sud impone una revisione dei modelli produttivi e sociali, mentre nel Sud-Est asiatico permane un significativo divario infrastrutturale che rischia di rallentare la piena integrazione delle catene del valore.
Eppure, l’ottimismo prevale. La maggior parte dei leader asiatici guarda con fiducia al futuro, consapevole che la prossima fase di crescita globale si giocherà in questa parte del mondo. Tra innovazione tecnologica, cooperazione economica e transizione sostenibile, l’Asia non si limita a seguire il cambiamento: lo sta guidando. Per le imprese internazionali è il momento di guardare a Est, dove si stanno disegnando i nuovi corridoi del futuro.
Fonte: www.mckinsey.com